L’AUTORITA’ IN RELIGIONE

Riuscire a districarsi tra le molteplici confessioni religiose cristiane dei nostri tempi è una ardua impresa. Cercheremo di contribuire a fare maggiore chiarezza analizzando il tema della ‘Autorità in campo religioso’.

La presenza di tante comunità autoreferenziali e, spesso, profondamente diverse tra loro sia per la dottrina insegnata che per le loro opere, ha, infatti, generato uno stato di confusione che è responsabile in larga parte della irreligiosità in cui vivono molte persone oggi.

Se ci domandiamo chi è l’autorità da cui dipende l’operato di un cristiano la risposta inconfutabile è: Cristo e la sua Parola. Eppure molti non si sono accorti di quanto sia stato differente il comportamento del Cristo Autorità, rispetto al comportamento degli uomini autorità religiose i quali sostengono di essere successori di Cristo e degli apostoli. Analizzeremo adesso queste differenze.

La prima caratteristica dell’autorità di Cristo è che non si è mai imposta con la forza sugli uomini. Ap.3,20 dice così: ‘Io sto alla porta e picchio: se uno ode la mia voce ed apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me’. L’atteggiamento di Cristo durante la sua predicazione terrena è stato sempre propositivo e di grande rispetto verso chiunque incontrava. E’ stato così anche per tutti gli uomini che nel corso della storia hanno predicato in giro per il mondo?

Questa discrezione utilizzata da Cristo non gli ha però impedito di esprimere il suo smisurato amore per tutto il genere umano. La sua predicazione ha consistito in un dare tutto se stesso per amore di tutti, anche di coloro che non avrebbero mai capito. Per Cristo dare la vita non è stato soltanto il momento della crocifissione, ma anche tutta la sua esistenza terrena. Possiamo certamente affermare che Cristo si è messo al servizio di tutta l’umanità rinunciando a se stesso. E’ così anche per le autorità religiose dei nostri tempi? Sappiamo riconoscere gli uomini che servono gli altri come ha fatto Cristo, da quelli che servono se stessi?

Per rispondere ci facciamo aiutare da alcune narrazione tratte dal vangelo:

In Mt 23,5ss vi erano degli uomini farisei che facevano opere religiose per essere osservati dagli altri, che amavano i primi posti nei conviti e i primi seggi nella sinagoga, che amavano farsi chiamare ‘maestro’. E’ evidente come questi farisei fossero riusciti a strumentalizzare le loro opere religiose per il loro tornaconto personale che consisteva in fama, riconoscimento sociale e quindi, potere e ricchezza. Ma questi personaggi non assomigliano molto alle autorità religiose di oggi?

Di questi farisei Cristo dice che erano ipocriti e falsi, apparentemente rispettosi della legge ed invece grandi calcolatori. Ma non tutti gli uomini de suo tempo se ne erano accorti. Non è così anche oggi?

Cristo con la rinuncia a se stesso ha messo il luce la differenza tra il grande amore per gli altri e l’indifferenza e il disprezzo per gli altri di coloro che nella vita occupano posti di privilegio. Questa rinuncia di se stesso lo ha portato ha pronunciare queste parole prima di morire Lc 22,42:’Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Però, non la mia volontà, ma la Tua sia fatta’.

Cristo è andato incontro alle persone di ogni genere libero da ogni altro interesse e secondo fine. E questo oggi il comportamento delle sedicenti autorità religiose? Perché Cristo non si è mai preoccupato del numero dei suoi seguaci, mentre oggi tutte le comunità fanno una agguerrita campagna di proselitismo? C’è forse qualche altro interesse dietro il desiderio di aggiungere una nuova anima alla propria comunità?

Un uomo diventa cristiano quando mette in pratica gli insegnamenti di Cristo perché li ama profondamente a prescindere dalla confessione religiosa in cui si trova a vivere. Un cristiano è un granello di sale nel mondo che annuncia con immensa felicità la notizia della liberazione dell’umanità. Al miracolato di Gerasa Cristo dice in lc 8,39 “Torna a casa tua e racconta le grandi cose che Iddio ha fatte per te”  E’ questo l’atteggiamento oggi di coloro che predicano il “cristianesimo”?

A ciascuno la risposta sapendo che Cristo ci ha lasciato un Testamento e che un testamento è per sua natura non modificabile, e chi lo modifica commette una violazione della legge ed una alterazione della volontà di colui che ha lasciato il testamento. Dice Cristo in Mt 7,21 “Non chiunque mi dice: Signore, Signore! Entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli”.