Spesso alcuni cristiani credono di operare a fin di bene poiché hanno conoscenza della parola di Dio, dialettica nel controbattere le obiezioni altrui. Spesso confidano nei loro mezzi di persuasione e si sentono appagati quando un numero consistente di persone viene ad ascoltarli. Ma costoro troppo spesso dimenticano che, in questo modo, la semina è stata fatta senza prima aver arato bene il terreno e ora probabilmente, insieme al grano, stanno già raccogliendo delle zizzanie.


Costoro tralasciano l'insegnamento di Dio, forse non sanno che l'opera più duratura avviene nel silenzio. La voce di Dio parla flebilmente al cuore umano, quasi con un sussurro.


"Un vento forte, impetuoso, schiantava i monti e spezzava le rocce davanti al SIGNORE, ma il SIGNORE non era nel vento. E, dopo il vento, un terremoto; ma il SIGNORE non era nel terremoto. E, dopo il terremoto, un fuoco; ma il SIGNORE non era nel fuoco. E, dopo il fuoco, un suono dolce e sommesso. Quando Elia lo udì, si coprì la faccia con il mantello, andò fuori, e si fermò all'ingresso della spelonca; (1Re 19:11-13)


Fu appunto in quel suono dolce, in quel leggero mormorio che la voce divina si fece riconoscere dal profeta Elia.


Il nostro intento è quello di non cercare grandi folle, non vogliamo plausi, la nostra speranza è quella di trovare un solo cuore, una sola anima alla volta.


E' questo il modo in cui si può meglio conoscere ed amare il nostro prossimo. Ed è così fondamentale che il sacrificio di Cristo si è adempiuto per questo: "poiché tutta la legge è adempiuta in quest'unica parola: «Ama il tuo prossimo come te stesso»". (Galati 5:14)


Studi mirati e individuali permettono di comprendere meglio il cuore dell'uomo, i suoi dubbi, le sue perplessità. In questo modo è più semplice dare una risposta esaustiva alle domande che ci vengono poste, ad appianare le osservazioni che possono esserci sollevate. E' il modo in cui cerchiamo di lavorare, seminiamo con prudenza ed attendiamo che la parola di Dio porti il suo buon frutto:


"Diceva ancora: Il regno di Dio è come un uomo che getti il seme in terra, e dorma e si levi, la notte e il giorno; il seme intanto germoglia e cresce nel modo ch'egli stesso ignora. La terra da se stessa dà il suo frutto: prima l'erba; poi la spiga; poi, nella spiga, il grano ben formato. E quando il frutto è maturo, subito egli vi mette la falce perché la mietitura è venuta" (Marco 4:26-29)


Siamo pazienti, a volte bisogna attendere molto, la notte e il giorno in cui il grano germoglia sono spesso lunghi. L'interesse iniziale delle persone di solito è flebile, così come quello di un bimbo che all' inizio faticosamente allarga l'orizzonte dei suoi interessi. In un primo momento riconosce solo chi lo ama, chi lo accarezza. Poi man mano che cresce estende i suoi pensieri altrove, guarda oltre. Senza dimenticare l'affetto che aveva per i suoi genitori, giorno dopo giorno, impara a vivere in maniera indipendente, ad integrarsi, ad interagire in una società complessa e variegata come la nostra.


Il ragazzo cresciuto si è fatto uomo. Il suo interesse per le cose che lo circondano è divenuto più forte, ora è responsabile e in grado di decidere. Il bambino che cresce rappresenta l'uomo di Dio che raggiunge la sua maturità spirituale nel momento che decide di unirsi a Lui per rinascere, tramite il battesimo, a nuova vita.


E quando si realizza un risultato così bello noi crediamo che non sia nostro il merito; la nostra predicazione è un debito, il nostro lavoro è un dovere. Abbiamo piantato il seme, annaffiato la pianta, ma non siamo stati noi a far crescere l'interesse per Dio.


"Io ho piantato, Apollo ha annaffiato, ma Dio ha fatto crescere; quindi colui che pianta e colui che annaffia non sono nulla: Dio fa crescere!" (1 Corinzi 3: 6-7)


L'albero della vita ha generato un nuovo frutto, il credente è pronto a testimoniare per diffondere la Parola di Dio. Questo frutto, a sua volta, un giorno produrrà nuovamente un seme, nuove persone saranno attratte ed interessate, così via sino alla fine dei tempi.


E' questo tutto ciò in cui noi crediamo, è in questo modo che la volontà di nostro Signore sarà per sempre esaudita, poiché risuonano sempre nella nostra mente le Sue parole: "Andate e annunziate l'evangelo ad ogni creatura" (Marco 16:16)


Nicola Vannini - 13/12/2005

IL BUON FRUTTO